venerdì 30 dicembre 2011

Ricetta di Natale

Ingredienti: Famiglia ( dove tutto inizia ) .......Amici (non devono mai mancare ) Pazienza ( più possibile) .... Rabbia (se esiste che sia poca) ....Lacrime ( asciugale tutte) ....Pace ( in gran quantità)..... Perdono ( a volontà).... Speranza ( non perderla mai)
Preparazione: Lascia la speranza crescere nel tuo cuore... non sempre gli ingredienti della vita sono gustosi.. mescola bene tutti gli ingredienti che la vita ti offre otterrai un piatto di raro sapore
Non economizzare con l' Amore ....metticene tanto !!!!
Più Amore metti e più ne riceverai..... ♫♫

lunedì 19 dicembre 2011

Natale al fronte

Nel dicembre 1914 inglesi e tedeschi si fronteggiavano dalle trincee separate da una striscia di terra, divisa al centro da filo spinato. Di tanto in tanto alcune sagome si avventuravano nella terra di nessuno, ma la maggior parte dei soldati rimanevano nel fango e nell'acqua che stagnavano nelle trincee, intenti solo ad evitare il fuoco del nemico. La Vigilia di Natale l'aria era fredda e pie­na di nebbia. Improvvisamente alcuni soldati inglesi stupefatti videro delle luci avanzare lungo le trincee ne­miche. Poi venne l'incredibile melodia di un canto. I soldati tedeschi cantavano Stille Nacht. Quando esso cessò i soldati inglesi risposero con First Christmas. Il canto da entrambe le parti durò per un'ora. Poi una vo­ce invitò tutti a superare le linee. Un tedesco con gran­de coraggio uscì dalla trincea, attraversò la terra di nessuno e scese nella trincea inglese. Altri commilitoni lo seguirono con le mani in tasca per dimostrare che erano disarmati. «Io sono un sassone e voi degli anglo­sassoni. Perché mai ci combattiamo?» chiese. Nell'al­ba limpida e fredda del giorno di Natale non ci fu nessuna sparatoria. Gli uomini avevano autonomamen­te stabilito un giorno di pace. «Uno spirito più forte del­la guerra era all'opera», commentò un osservatore. I comandanti di entrambe le parti non approvarono. Sa­pevano che l'amicizia fra nemici dichiarati avrebbe im­pedito la guerra. Ma la tregua continuò. Perfino gli uccelli selvatici, che tanto tempo prima occupavano il rumoroso campo di battaglia, ritornarono e furono nu­triti dai soldati. Sarebbero stati salvati nove milioni di uomini, se quei soldati avessero potuto obbedire al lo­ro desiderio di amicizia e di pace e la tregua non fosse finita subito dopo Natale. Un soldato inglese, che aveva preso parte a quella memorabile pace natalizia, mo­rì all'età di 85 anni. Fino alla fine dei suoi giorni non poteva sentire Stille Nacht senza che le lacrime gli ri­gassero le guance. Si ricordava degli amici tedeschi che aveva avuto in quel giorno di Natale e che, per quanto ne sapeva, aveva poi ucciso nei giorni che seguirono.

venerdì 16 dicembre 2011

Il biglietto smarrito

La chiesa di Maria Ausiliatrice era fredda e deserta in quel pomeriggio del 2 gennaio 1869. Solo un distinto signore girava lentamente, osservando gli altari. Si fer­mò di fronte al quadro della Madonna, poi si diresse verso l'uscita. Giunto sotto la cupola vide per terra un biglietto bianco, piegato. Diede quindi uno sguardo at­torno, per accertarsi che nessuno lo osservasse. Intravi­de solo, dietro l'altare, la figura del sacrestano che rientrava in sacrestia. Si chinò, prese il biglietto e lo aprì. Vi erano scritte, dalla mano di un ragazzo, poche righe: «Un giorno di dicembre è morto un tuo compa­gno, giovane come sei tu. Se la morte sorprendesse an­che te, che ne sarebbe dell'anima tua? O eternamente felice in Paradiso o eternamente dannato nell'inferno». A quella lettura il signore rimase come folgorato. Sotto le lettere ingenue tracciate dal ragazzo, vide aprirsi uno squarcio d'eternità. Il pensiero della morte non lo ave­va mai colpito così intensamente come in quel momen­to. Anche lui sarebbe morto un giorno e dove sarebbe finito? La sua coscienza in quel momento non era cer­tamente limpida e serena come quella dello sconosciu­to ragazzo che aveva vergato quelle incisive parole. Cadde in ginocchio su un banco, stringendosi la testa tra le mani. D'un tratto si scosse, quindi si alzò, mise il biglietto nel portafogli e si avviò con passo nervoso ver­so la sacrestia. Quando vi entrò con il volto contraffat­to, il sacrestano si spaventò. Il signore cercò di darsi un contegno e, per tranquillizzarlo, chiese di un prete. Po­co dopo, inginocchiato al confessionale, deponeva ai piedi del ministro di Dio il pesante fardello della sua vi­ta disordinata. Quando si alzò era sereno, raggiante di gioia. Estratto il portafoglio, mostrò il biglietto al sa­cerdote, dicendo: «Conosce lei chi ha scritto queste ri­ghe?». «Certamente; è un bravissimo ragazzo», rispose il sacerdote. «Abbia la bontà di dirgli - riprese il peni­tente - che la Madonna si è servita di lui per salvare un'anima. Sono avvocato e da vent'anni non mi ero più accostato ai Sacramenti. Ora questo biglietto mi ha sconvolto e trasformato. Se potessi, m'inginocchierei ai piedi di quel ragazzo per ringraziarlo del bene che mi ha fatto. E mi scusi se non gli restituisco il biglietto. È la cosa più cara che porterò sempre con me».

Unicità

La collina era talmente ampia che pareva non avesse orizzonte e talmente trapunta di pratoline da sembrare un immenso guanciale per il cielo.
Da qualche parte, in quel mare di fiori, una pratolina era triste.
"Che malinconia", pensava, "essere eguale a tutte le mie sorelle. Nulla che ci distingua le une dalle altre. E poi è tutto cosi monotono: ci apriamo al sole, ci chiudiamo alla notte, e, sopra di noi, sempre il solito cielo. Credevo che vivere fosse più bello...".
In quel momento, un uomo si sedette accanto a lei con un bimbo. Teneva in mano un dono per il tempio, uno di quei doni cosi comuni in Oriente, fatto di pane e frutti e fiori, che stanno a significare un ringraziamento totale per la bellezza del creato.
"Vedi, figlio mio, che meraviglia?", disse l'uomo: "Tra tutta questa infinità di pratoline, non ce n'è una che sia eguale all'altra!".
La pratolina pensò:
"Che uomo stolto. Dovrebbe dire il contrario".
L'uomo continuò:
"Paiono tutte eguali, eppure... anche se tutte avessero egual quantità di radici, e non la hanno; anche se tutte avessero egual numero di foglie, e non lo hanno; anche se tutte avessero stelo di pari altezza, e non lo hanno; anche se tutte avessero pari numero di petali, e non lo hanno; anche se tutte avessero la corolla di eguali dimensioni, e non la hanno; avrebbero pur sempre un diverso numero di cellule, e disposte in modo differente, e palpitanti in modo dissimile...".
La pratolina ascoltava col cuore in gola.
"Ne prendiamo una", continuò l'uomo, "per dare un tocco speciale al nostro dono?"
"Sì", disse il bambino, "la più bella".
La pratolina triste senti le dita del bimbo cingerle lo stelo e fu felice di essere così diversa dalle altre.

Il Raccoglimento

Paragono il Raccoglimento ad un campo che il padrone non coltiva ancora perchè è il periodo invernale. Questo campo ha una dura corteccia e ogni specie di erbacce...Il vero asceta prepara il campo, non senza sforzo, fa solchi per estirpare erbacce affinchè si possa depositare in esso il seme, che è posto dallo Spirito Santo, qui ha il significato di raccoglimento mistico. L'asceta cura giorno dopo giorno il campo della sua intelligenza, evitando che nasca zizzania e pulendolo di tutta l'erba cattiva che riaffiora continuamente, incessantemente. Egli è cosciente di tutto questo e, in definitiva, tutto si riduce a una sola cosa: dedicazione alla coltivazione religiosa dell'intelligenza. Questo esige solo una cosa: l'idea di Dio, l'unione con Lui.Fernando Rielo

martedì 6 dicembre 2011

Efficacia del Rosario_Testimonianza

Il frutti del Rosario! Non stanchiamoci di pregare Maria con il Santo Rosario ogni giorno, chi si affida a Lei non si perde, c'è speranza per tutti! Attraverso la recita del Rosario, la Santa Vergine ci prende per mano e giorno dopo giorno ci conduce a Gesù! Davvero questa "catena benedetta" -come era solito chiamarla il Beato Bartolo Longo- ci riannoda a Dio!
 

Il padre Bovio racconta che una donna di malaffare, chiamata Elena, entrata in una chiesa, udì per caso una predica sul rosario. Uscì e ne comprò uno, ma lo portava nascosto per non farlo vedere. Cominciò poi a recitarlo, ma dapprima senza devozione. La santa Vergine le fece tuttavia gustare tali consolazioni e tali dolcezze in questa pratica, che non si stancava mai di dire il rosario. Così arrivò a concepire un tale orrore per la sua cattiva condotta che, non trovando pace, fu come costretta ad andare a confessarsi, e lo fece con tale contrizione, che il confessore ne fu stupito. Fatta la confessione, andò a inginocchiarsi davanti a un altare di Maria per ringraziare la sua avvocata e, mentre recitava il rosario, udì la voce della divina Madre che da quell'immagine le diceva: « Elena, hai molto offeso Dio e me. Da oggi in poi cambia vita e ti concederò in abbondanza la mia grazia ». Tutta confusa, la povera peccatrice rispose: « Vergine santa, è vero che finora sono stata una sciagurata, ma tu che tutto puoi, aiutami. Io mi dono a te e voglio impiegare il resto dei miei giorni a far penitenza dei miei peccati ». Aiutata da Maria, Elena distribuì tutti i suoi averi ai poveri e si diede a una vita di rigorosa penitenza. Era tormentata da terribili tentazioni, ma si raccomandava incessantemente alla Madre di Dio e così ne usciva sempre vittoriosa. Arrivò ad avere molte grazie anche soprannaturali, visioni, rivelazioni, profezie. Infine, dopo averla avvertita qualche giorno prima della sua morte ormai prossima, la Vergine con suo Figlio venne a visitarla e, quando la peccatrice morì, fu vista la sua anima volare verso il cielo in forma di bellissima colomba.
   
("Le glorie di Maria" di Sant'Alfonso Maria de' Liguori)

lunedì 5 dicembre 2011

scintilla

Dal cielo è sceso come la luce,
da Maria è nato come un germe divino,
dalla croce è caduto come un frutto,
al cielo è salito come una primizia.
Benedetta sia la tua volontà!
Tu sei l’offerta del cielo e della terra,
ora immolato e ora adorato.
Sei disceso in terra per essere vittima,
sei salito come offerta unica,
sei salito portando il tuo sacrificio,
o Signore.
Efrem il Siro
Inni

Goccia

Se una goccia d’acqua penetra nell’oceano, ma, fiera di se stessa, si apparta dalla massa delle acque, è sempre una misera goccia che il calore svapora e la terra assorbe. Essa non ha forza, non ha moto, non ha utilità… è una goccia meschina. Ma se rinnega se stessa e si inabissa nell’oceano, allora partecipa alla potenza dell’oceano, al suo movimento, alla sua grandezza.
(Padre Dolindo)

scintilla

Sanami, Signore, non per i miei meriti, ma per la tua misericordia.
(Sant'Agostino)

Messaggio della Madonna_Medjugorje 02/12/2011

«Cari figli, come Madre sono con voi per aiutarvi con il mio amore, preghiera ed esempio a diventare seme di ciò che avverrà, un seme che si svilupperà in un forte albero ed estenderà i suoi rami nel mondo intero. Per divenire seme di ciò che avverrà, seme dell’amore, pregate il Padre che vi perdoni le omissioni finora compiute. Figli miei, solo un cuore puro, non appesantito dal peccato può aprirsi e solo occhi sinceri possono vedere la via per la quale desidero condurvi. Quando comprenderete questo, comprenderete l’amore di Dio ed esso vi verrà donato. Allora voi lo donerete agli altri come seme d’amore. Vi ringrazio».

«Lo perdono per amore di Gesù!»

Martino Crespo raccontò che, dinanzi al cadavere di suo padre, morto assassinato, giurò vendetta. Nessuno avrebbe potuto distoglierlo da questo proposito. Era de­ciso a vendicarsi. Tutti lo sapevano. Mentre la mamma e gli altri parenti avevano deciso di perdonare, Martino cercava solo l'occasione propizia per mettere in atto il suo turpe proposito. Era Venerdì Santo. Durante la pro­cessione di Gesù morto, dinanzi a quell'immagine gron­dante sangue, il predicatore, quasi additando il feroce giovane deciso nella sua vendetta, lo esortava al perdo­no. Ma quello sventurato, in mezzo alla folla atterrita, gridò: «Non mi tormentate, vi dico che è inutile. So io quello che devo fare». Il predicatore rimase impietrito. San Pasquale Baylon, allora giovane frate, invece, si av­vicinò al poveretto, che sembrava invaso dal diavolo e gli sussurrò amabilmente, con il crocifisso tra le mani: «Perdona, o figlio! Perdona per quel Gesù che si fece crocifiggere ed ha dato la vita per me, per te, per tutti noi. Perdona per suo amore!». li giovane, a quelle pa­role, rimase folgorato, proprio come Saulo sulla via di Damasco. Depose l'odio e si convertì. Il lupo feroce era diventato un agnello. La grazia aveva vinto. «Sì, sì, lo voglio - esclamò Martino commosso, a voce bassa, tra le lacrime -. Lo perdono, per amore di Gesù! ». Fra Pa­squale aveva ottenuto il miracolo della sua conversione tra l'ammirazione dei presenti.