mercoledì 27 giugno 2012

L'Ave Maria


Quando dico Ave Maria, il Cielo esulta, la terra si riempie di       stupore.
Quando dico Ave Maria, Satana fugge, trema l'inferno.      
Quando dico Ave Maria, il mondo perde valore, il cuore si strugge di       Amore per Dio.
Quando dico Ave Maria, sparisce l'accidia, ogni istinto       si placa
Quando dico Ave Maria, sparisce la tristezza, il cuore si       riempie di gioia.
Quando dico Ave Maria, si accresce la devozione,       inizia il pentimento dei peccati.
Quando dico Ave Maria, il cuore è       colmo di speranza e di consolazione.
Quando dico Ave Maria, l'anima è       forte e ricolma di Amor di Dio.


Beato Alano della Rupe

La preghiera è la medicina che guarisce

" La preghiera è la medicina che guarisce".
Queste parole della Regina della pace vanno prese alla lettera.
Noi siamo come un fiore che,
senza qualche goccia d'acqua ogni giorno, appassisce e muore.
La preghiera, se fatta col cuore,
è una medicina straordinaria che guarisce tutto l'uomo.
Guarisce la mente, che viene liberata dalle oscurità,
dalle preoccupazioni e dalle ossessioni quotidiane.
Guarisce il cuore, perchè porta la pace e la serenità.
Guarisce la volontà, perchè infonde forza e costanza.
Anche il corpo ne viene beneficato.
Non ci sono medicine che possano guarire dal male di vivere,
dagli scoraggiamenti, dalle angosce e dalla disperazione.
Ciò che non ti può dare la medicina, te lo dona la grazia della preghiera.
Trova ogni giorno qualche momento per rientrare in te stesso
e per ritrovare Gesù nel tuo cuore.
Non solo è l'amico con cui confidarti, ma è anche il medico che ti guarisce.
La sua luce e la sua forza risanano tutta la nostra persona,
ben oltre le possibilità di cui l'uomo dispone.
Padre Livio (da Radio Maria)

lunedì 25 giugno 2012

Non dire Ave Maria

Non dire Ave Maria

Non dire “Ave Maria”,
se non provi gioia nel sentire la Parola di Dio.

Non dire “Piena di Grazia”,      
se non riconosci i doni che Dio ti ha fatto.

Non dire “il Signore è con Te”,
se non senti che Dio ti è vicino.

Non dire “benedetto”,
se non credi di poter essere santo.


Non dire “Madre di Dio”,      
se non ti comporti da figlio.

Non dire “prega per noi”,      
se non ti preoccupi del tuo prossimo.


Non dire “peccatori”,
se guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo vicino.


Non dire “morte”,
se non credi che sia la porta della vita nuova.

Silvia  Neuhold
Credevo che per incontrare Dio, bisognasse salire.      
Finalmente ho capito che bisogna scendere:
Dio si può incontrare soltanto      
nell’umiltà.

(Beato Charles de Foucauld)

La Bella Signora

(Bernadette Soubirous, Racconto dell'apparizione della Madonna di Lourdes)
La prima volta che andai alla Grotta, vi andai per raccogliere legna con due altre bimbe. Quando arrivammo al mulino, tutte insieme seguimmo il corso del canale e ci trovammo davanti alla Grotta. Le mie due compagne, non potendo più proseguire il cammino, attraversarono l'acqua che si trovava di fronte alla Grotta ed io rimasi sola dall'altra parte; domandai loro se volevano aiutarmi a gettare qualche pietra nel canale per poter passare senza levarmi le calze, ma esse mi dissero di fare come loro.
Allora andai un po' più lontano per vedere se potevo passare a piedi asciutti, ma invano e mi decisi a togliermi le calze. Mi ero appena levata la prima calza, che udii un rumore, come un soffio di       vento impetuoso. Volsi lo sguardo verso la prateria gli alberi immobili e molto calmi.
"Mi sarò ingannata", pensai, e mi accinsi a togliermi l'altra calza. Ma udii di nuovo il medesimo rumore; alzai il capo verso la       Grotta e vidi una signora vestita di bianco, che benevolmente mi guardava.      
Rimasi sorpresa e sbigottita e, credendola un'illusione, mi       stropicciai gli occhi, ma invano. Io vedevo sempre la medesima Signora. Allora cercai nelle tasche e ne trassi il mio rosario. Volli farmi il segno della croce, ma la mia mano non giunse alla fronte e ne rimasi anche più sgomenta.
La Signora prese in mano il rosario, che pendeva al suo braccio, e si fece il segno della croce. Io tentai di farlo per la seconda       volta, vi riuscii e subito in me scomparve ogni sentimento di paura.      
Mi inginocchiai, ed alla presenza della Bella Signora, recitai il       rosario.
Quando ebbi finito, Ella mi accennò di andarle vicino ma io       non osai, ed ella disparve.
Allora mi levai l'altra calza, attraversai l'acqua di fronte la Grotta e raggiunsi le compagne.

La preghiera infonde nell'uomo il desiderio di amare

domenica 24 giugno 2012

da " RIVE PIENE DI SILENZIO" di Karol Wojtyla

Stare così, davanti a Te, guardare con questi occhi
in cui convergono le vie stellari –
occhi ignari di Colui vi regna,
da Sé e dalle stelle prendendo luce sconfinata.

Dunque, sapere sempre meno e credere sempre di più.
Chiudere piano le palpebre davanti al tremulo bagliore;
poi, con lo sguardo, risospingere le maree delle rive stellari
su cui è sospeso il giorno.

Dio presente, fa che questi occhi chiusi
divengano occhi interamente aperti –
e l’esile soffio dell’anima, che trema in uno sbocciare di rose,
avvolgi nel tuo vento immenso.


Karol Wojtyla

martedì 12 giugno 2012

Siamo fatti per partire,
per cercare sempre la fonte.
Per vivere in viaggio,
come pellegrini e come figli
che continuamente
...
si mettono alla sequela,
alla scuola di Gesù,
e che... arrivati a un punto...
vivono il pensiero
che hanno scritto fino a lì,
solo come introduzione al tema...
e vanno a capo...
per continuare la storia!

( MADRE TERESA DI CALCUTTA )
Un giorno un ragazzo chiese al vecchio saggio del paese, quale fosse la cosa più forte.
Il saggio dopo qualche minuto gli rispose: “le cose più forti al mondo sono nove:
“il ferro è il più forte, ma il fuoco lo fonde.
Il fuoco è forte, ma l'acqua lo spegne.
L'acqua è forte ma nelle nuvole evapora.
Le nuvole sono forti, ma il vento le disperde.
Il vento è pure esso forte, ma la montagna lo ferma.
La montagna è forte, ma l'uomo la conquista.
L'uomo è forte ma purtroppo la morte lo vince".
"Allora la morte è la più forte!" Lo interruppe il ragazzo.
No, continuò il vecchio saggio:
No, è l’amore... Perché sopravvive alla morte!