La preghiera distratta è come un vino annacquato, non ristora e non sostiene le forze. Non diletta col sapore del vino, e non rinfresca con la purezza dell'acqua. Si tracanna ma non si gusta, e finisce per disturbare. La preghiera forzata diventa un peso e non una deliziosa conversazione con Dio. La si recita allora con la precipitazione di una cosa noiosa che si vuole far presto terminare.
(Padre Dolindo)
lunedì 27 febbraio 2012
martedì 21 febbraio 2012
lunedì 20 febbraio 2012
domenica 19 febbraio 2012
NATUZZA DONO DI DIO ALL’UMANITA’
Antonio Ciliberti Arcivrscovo di Caranzaro-Squillace
Ogni uomo e ogni donna che Dio ha mandato su questa terra è un dono fatto a tutta l'umanità. Infatti, Dio tutti ricolma dei suoi talenti e dei suoi carismi, affinché ciascuno, poi, li impieghi a favore del bene più grande.
Ma se tutti sono colmati di questi doni di grazia, non tutti ne acquistano coscienza e consapevolezza: succede talvolta che molti lasciano nel fondo del loro cuore questi carismi, non assumendoli e dunque non rispondendo al Signore che invita tutti a lavorare nella sua vigna.
Natuzza Evolo non è tra questi. Ella non è stata solo consapevole dei doni di grazia che Dio ha riversato nel suo cuore, ma ha anche corrisposto a questi doni con l'impegno di tutta la sua vita a servizio di Dio, sull'esempio della Vergine Maria.
Ha offerto, anzitutto, il dono della sua vita come oblazione gradita per la conversione dei lontani: lo attesta anche la sua devozione al Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime. È questo amore per la Vergine e per suo Figlio che in Lei si è fatto carità operosa attraverso la nascita dei "Cenacoli di preghiera", che vogliono essere il luogo dove ciascun fedele possa fare esperienza dell'immenso amore della Madre celeste.
La sua offerta non era solo spirituale, ma anche reale partecipazione alla Passione di Cristo. Questo attesta che la conformazione a Cristo non deve interessare solo il nostro spirito e la nostra anima, ma tutta la persona. Anche con il corpo deve conformarsi al mistero di grazia che si è compiuto in maniera perfetta in Cristo Gesù. Non c'è autentica vita cristiana se non si partecipa alla passione di Cristo: passione nel fare la volontà del Padre, passione per tutte le anime, passione che si fa amore folle e infuocato che si dona a Dio senza misura e senza nulla trattenere di sé, ma consumando tutto sull'altare della volontà del Padre.
Il suo testamento spirituale ci attesta la passione d'amore per tutte le persone che diventa esortazione a vivere la medesima esperienza: "Datevi con amore, con gioia, con carità e affetto per amore degli altri. Operate con opere di misericordia. Quando una persona fa un bene ad un'altra persona non può rimproverarsi il bene che ha fatto, ma deve dire: 'Signore ti ringrazio che mi hai dato la possibilità di fare il bene' e deve ringraziare anche la persona che le ha permesso di fare il bene. È un bene per l'una e per l'altra. Passione per le anime che non cessa con la morte, ma che continua in cielo, grazie alla perfetta comunione che vige tra la Chiesa dei viatori e quella celeste: "Vi assicuro che non abbandono nessuno. Voglio a tutti bene. E anche quando sarò dall'altra parte, continuerò ad amarvi e a pregare per voi".
In lei la vita si è fatta esempio di fede vissuta. Fede umile, ricca di carità, aperta all'amore e all'accoglienza degli altri, paziente, obbediente. Fede divenuta abbandono fiducioso alla volontà di Dio.
Il nostro grazie va a Dio per averci offerto in questa donna semplice un esempio di fede, di carità e di speranza.
IL MIO RICORDO DI NATLZZADora Samà
Il ritorno della grande mistica di Paravati, Natuzza Evolo, nella Casa del Padre, ha lasciato un vuoto incolmabile tra i congiunti e ha suscitato dolore e sgomento nella grande famiglia dei suoi devoti che, sparsi in tutto il mondo, continuano ad invocarla con l'appellativo di "mamma".
Sento il dovere di esprimerle la mia gratitudine, anche se le mie parole sono inadeguate di fronte alla sua bellezza soprannaturale, per avermi concesso la gioia d'incontrarla, per aver goduto varie volte di alcuni suoi doni speciali, per avermi sostenuta con i suoi saggi consigli in diverse situazioni e per essere stata sempre vicina alla mia famiglia con le sue efficaci preghiere.
Ci siamo conosciute in estate, alla fine degli anni settanta, nel mio paese di Sant'Andrea Jonio (CZ), dove la sua visita con il figlio Francesco e il genero Mimmo Varone, è stata una graditissima sorpresa.
La seconda volta ha accettato il mio invito nella casa di Napoli, venendo con il figlio Francesco che, iscritto alla Facoltà di Medicina nell'Università del II Policlinico di Napoli, quando veniva per gli esami, era accolto da me e dai miei figli come uno di famiglia.
In quei giorni la loro presenza ci ha resi felici e, tuttora, mi ritengo privilegiata per aver ascoltato da lei il racconto della sua vita: dall'apparizione del Frate Eremita, San Francesco di Paola, dagli straordinari fenomeni soprannaturali avuti sin da ragazza, alla dolorosa partecipazione alla Passione di Cristo.
Esponeva con naturalezza e semplicità ogni episodio, senza presunzione o esibizionismo, come se ogni creatura avesse le sue stesse doti e c'era in lei tanta umiltà da definirsi spesso "verme di terra".
Se rievoco il mio fallito tentativo d'insegnarle a scrivere il suo nome guidandole la mano, come si fa con un bambino, la rivedo sudata mentre, arrendendosi, mi fissa sorridente con lo sguardo penetrante e mi dice: "Il Signore mi ha creata ignorante. Sono una povera analfabeta e continuo a firmare con il segno di croce".
Era tanto umile quanto ingenua da ritenermi capace di spiegarle alcuni eventi "strani", sorprendenti anche per lei, come i segni emografici e la bilocazione: perché senza allontanarsi da casa si trovava, nello stesso momento, in un luogo diverso? Come mai le appariva tra le mani l'oggetto che in quel posto aveva ricevuto in dono? Anche la scienza si arrende di fronte ai fenomeni soprannaturali, inspiegabili con la sola ragione!
La grande modestia impediva a Natuzza di rendersi conto della sapienza che possedeva per opera dello Spirito Santo, tanto da discutere con persone consacrate, persino di argomenti teologici!
Riusciva a consigliare, a confortare, a trasmettere speranza e fiducia nel Signore in chi si fidava di lei e svolgeva quotidianamente un intenso e fecondo apostolato d'amore e di carità verso il prossimo, senza venir meno ai suoi doveri di madre e di sposa.
Ricordava a memoria i messaggi ascoltati da Gesù e dalla Vergine nelle loro apparizioni, riferendoli non in dialetto, ma in lingua italiana e si rattristava pensando a Gesù che, molto angosciato, la esortava in ogni Sua Passione a soffrire non solo per i peccatori, ma anche per "i deboli sacerdoti" che non apprezzano il grande dono del loro ministero e, non svolgendolo degnamente, allontanano le anime dal retto sentiero.
Con quanto amore Natuzza Lo supplicava ogni volta di aumentarle la sofferenza, sperando di raddoppiare le conversioni per dare sollievo al Suo Divin Cuore!
Affidava ogni giorno l'intera umanità al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e la implorava di proteggere, soprattutto, i giovani che tanto amava e noi siamo sicuri della sua presenza per guidarci verso la santità alla quale siamo stati chiamati sin dalla nascita.
Natuzza è vissuta alla luce della Croce accettando fortemente di rivivere nel corpo e nello spirito i momenti dolorosi della Passione, seguendo Cristo fino al Calvario per partecipare nell'opera redentrice e per darGli la prova del suo infinito amore.
Rivolgiamoci con fervore allo Spirito Santo, perché l'umile e fedele seguace del Signore Gesù, Natuzza Evolo, grazie alla diffusa fama di santità, alle virtù esercitate in modo eroico, al sofferto martirio condiviso con Cristo e alla perfetta adesione alla divina volontà, venga glorificata dalla Chiesa in tempi alquanto brevi. (Tratto da: “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”
Ogni uomo e ogni donna che Dio ha mandato su questa terra è un dono fatto a tutta l'umanità. Infatti, Dio tutti ricolma dei suoi talenti e dei suoi carismi, affinché ciascuno, poi, li impieghi a favore del bene più grande.
Ma se tutti sono colmati di questi doni di grazia, non tutti ne acquistano coscienza e consapevolezza: succede talvolta che molti lasciano nel fondo del loro cuore questi carismi, non assumendoli e dunque non rispondendo al Signore che invita tutti a lavorare nella sua vigna.
Natuzza Evolo non è tra questi. Ella non è stata solo consapevole dei doni di grazia che Dio ha riversato nel suo cuore, ma ha anche corrisposto a questi doni con l'impegno di tutta la sua vita a servizio di Dio, sull'esempio della Vergine Maria.
Ha offerto, anzitutto, il dono della sua vita come oblazione gradita per la conversione dei lontani: lo attesta anche la sua devozione al Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime. È questo amore per la Vergine e per suo Figlio che in Lei si è fatto carità operosa attraverso la nascita dei "Cenacoli di preghiera", che vogliono essere il luogo dove ciascun fedele possa fare esperienza dell'immenso amore della Madre celeste.
La sua offerta non era solo spirituale, ma anche reale partecipazione alla Passione di Cristo. Questo attesta che la conformazione a Cristo non deve interessare solo il nostro spirito e la nostra anima, ma tutta la persona. Anche con il corpo deve conformarsi al mistero di grazia che si è compiuto in maniera perfetta in Cristo Gesù. Non c'è autentica vita cristiana se non si partecipa alla passione di Cristo: passione nel fare la volontà del Padre, passione per tutte le anime, passione che si fa amore folle e infuocato che si dona a Dio senza misura e senza nulla trattenere di sé, ma consumando tutto sull'altare della volontà del Padre.
Il suo testamento spirituale ci attesta la passione d'amore per tutte le persone che diventa esortazione a vivere la medesima esperienza: "Datevi con amore, con gioia, con carità e affetto per amore degli altri. Operate con opere di misericordia. Quando una persona fa un bene ad un'altra persona non può rimproverarsi il bene che ha fatto, ma deve dire: 'Signore ti ringrazio che mi hai dato la possibilità di fare il bene' e deve ringraziare anche la persona che le ha permesso di fare il bene. È un bene per l'una e per l'altra. Passione per le anime che non cessa con la morte, ma che continua in cielo, grazie alla perfetta comunione che vige tra la Chiesa dei viatori e quella celeste: "Vi assicuro che non abbandono nessuno. Voglio a tutti bene. E anche quando sarò dall'altra parte, continuerò ad amarvi e a pregare per voi".
In lei la vita si è fatta esempio di fede vissuta. Fede umile, ricca di carità, aperta all'amore e all'accoglienza degli altri, paziente, obbediente. Fede divenuta abbandono fiducioso alla volontà di Dio.
Il nostro grazie va a Dio per averci offerto in questa donna semplice un esempio di fede, di carità e di speranza.
IL MIO RICORDO DI NATLZZADora Samà
Il ritorno della grande mistica di Paravati, Natuzza Evolo, nella Casa del Padre, ha lasciato un vuoto incolmabile tra i congiunti e ha suscitato dolore e sgomento nella grande famiglia dei suoi devoti che, sparsi in tutto il mondo, continuano ad invocarla con l'appellativo di "mamma".
Sento il dovere di esprimerle la mia gratitudine, anche se le mie parole sono inadeguate di fronte alla sua bellezza soprannaturale, per avermi concesso la gioia d'incontrarla, per aver goduto varie volte di alcuni suoi doni speciali, per avermi sostenuta con i suoi saggi consigli in diverse situazioni e per essere stata sempre vicina alla mia famiglia con le sue efficaci preghiere.
Ci siamo conosciute in estate, alla fine degli anni settanta, nel mio paese di Sant'Andrea Jonio (CZ), dove la sua visita con il figlio Francesco e il genero Mimmo Varone, è stata una graditissima sorpresa.
La seconda volta ha accettato il mio invito nella casa di Napoli, venendo con il figlio Francesco che, iscritto alla Facoltà di Medicina nell'Università del II Policlinico di Napoli, quando veniva per gli esami, era accolto da me e dai miei figli come uno di famiglia.
In quei giorni la loro presenza ci ha resi felici e, tuttora, mi ritengo privilegiata per aver ascoltato da lei il racconto della sua vita: dall'apparizione del Frate Eremita, San Francesco di Paola, dagli straordinari fenomeni soprannaturali avuti sin da ragazza, alla dolorosa partecipazione alla Passione di Cristo.
Esponeva con naturalezza e semplicità ogni episodio, senza presunzione o esibizionismo, come se ogni creatura avesse le sue stesse doti e c'era in lei tanta umiltà da definirsi spesso "verme di terra".
Se rievoco il mio fallito tentativo d'insegnarle a scrivere il suo nome guidandole la mano, come si fa con un bambino, la rivedo sudata mentre, arrendendosi, mi fissa sorridente con lo sguardo penetrante e mi dice: "Il Signore mi ha creata ignorante. Sono una povera analfabeta e continuo a firmare con il segno di croce".
Era tanto umile quanto ingenua da ritenermi capace di spiegarle alcuni eventi "strani", sorprendenti anche per lei, come i segni emografici e la bilocazione: perché senza allontanarsi da casa si trovava, nello stesso momento, in un luogo diverso? Come mai le appariva tra le mani l'oggetto che in quel posto aveva ricevuto in dono? Anche la scienza si arrende di fronte ai fenomeni soprannaturali, inspiegabili con la sola ragione!
La grande modestia impediva a Natuzza di rendersi conto della sapienza che possedeva per opera dello Spirito Santo, tanto da discutere con persone consacrate, persino di argomenti teologici!
Riusciva a consigliare, a confortare, a trasmettere speranza e fiducia nel Signore in chi si fidava di lei e svolgeva quotidianamente un intenso e fecondo apostolato d'amore e di carità verso il prossimo, senza venir meno ai suoi doveri di madre e di sposa.
Ricordava a memoria i messaggi ascoltati da Gesù e dalla Vergine nelle loro apparizioni, riferendoli non in dialetto, ma in lingua italiana e si rattristava pensando a Gesù che, molto angosciato, la esortava in ogni Sua Passione a soffrire non solo per i peccatori, ma anche per "i deboli sacerdoti" che non apprezzano il grande dono del loro ministero e, non svolgendolo degnamente, allontanano le anime dal retto sentiero.
Con quanto amore Natuzza Lo supplicava ogni volta di aumentarle la sofferenza, sperando di raddoppiare le conversioni per dare sollievo al Suo Divin Cuore!
Affidava ogni giorno l'intera umanità al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e la implorava di proteggere, soprattutto, i giovani che tanto amava e noi siamo sicuri della sua presenza per guidarci verso la santità alla quale siamo stati chiamati sin dalla nascita.
Natuzza è vissuta alla luce della Croce accettando fortemente di rivivere nel corpo e nello spirito i momenti dolorosi della Passione, seguendo Cristo fino al Calvario per partecipare nell'opera redentrice e per darGli la prova del suo infinito amore.
Rivolgiamoci con fervore allo Spirito Santo, perché l'umile e fedele seguace del Signore Gesù, Natuzza Evolo, grazie alla diffusa fama di santità, alle virtù esercitate in modo eroico, al sofferto martirio condiviso con Cristo e alla perfetta adesione alla divina volontà, venga glorificata dalla Chiesa in tempi alquanto brevi. (Tratto da: “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”
venerdì 17 febbraio 2012
...sulla via del combattimento spirituale
Ah, quanto è violento questo combattimento! Ed è sempre necessario ricominciare: la vittoria della sera non garantisce quella del giorno dopo. Oggi vincitore, domani vinto. Basta qualsiasi tregua per preparare la sconfitta: escono vittoriosi da questa guerra solo quelli che non cessano mai di lottare.
E’ necessario scalare il Cielo, prenderlo d’assalto! Molti bramano il bene, ma non hanno il coraggio di accettare la lotta. Di conseguenza le loro vite trascorrono in permanente contraddizione con le loro parole: le passioni li dominano.
Guarda Erode, che ascolta con piacere san Giovanni, quando il santo gli parla genericamente del Regno di Dio; ma dal momento in cui il Precursore passa ad attaccare la sua passione impura, Erode s’infuria, dimentica tutto e arriva al punto di farlo morire.
Vi sono molte vocazioni religiose nel mondo. Ma c’è un grande scontro da affrontare, e non si ha coraggio: questa prima lotta è più penosa dello stesso scontro che ottiene la vittoria.
San Pier Giuliano Eymard
E’ necessario scalare il Cielo, prenderlo d’assalto! Molti bramano il bene, ma non hanno il coraggio di accettare la lotta. Di conseguenza le loro vite trascorrono in permanente contraddizione con le loro parole: le passioni li dominano.
Guarda Erode, che ascolta con piacere san Giovanni, quando il santo gli parla genericamente del Regno di Dio; ma dal momento in cui il Precursore passa ad attaccare la sua passione impura, Erode s’infuria, dimentica tutto e arriva al punto di farlo morire.
Vi sono molte vocazioni religiose nel mondo. Ma c’è un grande scontro da affrontare, e non si ha coraggio: questa prima lotta è più penosa dello stesso scontro che ottiene la vittoria.
San Pier Giuliano Eymard
giovedì 16 febbraio 2012
mercoledì 15 febbraio 2012
Cara Tenera Madre mia Maria tienimi la tua santa mano sul capo,
custodisci la mia mente, il mio cuore
perchè non commetta mai il peccato.
Santifica i miei pensieri, affetti e azioni.
Perchè possa piacere a te e al tuo Gesù e Dio mio,
e giunga al SantoParadiso con voi. Gesù e Maria,
datemi la vostra santa benedizione:
nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.
custodisci la mia mente, il mio cuore
perchè non commetta mai il peccato.
Santifica i miei pensieri, affetti e azioni.
Perchè possa piacere a te e al tuo Gesù e Dio mio,
e giunga al SantoParadiso con voi. Gesù e Maria,
datemi la vostra santa benedizione:
nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.
scintilla
"Se qualcuno del mondo ti chiederà perché ti comunichi
cosi spesso, dirai loro che é per imparare ad amare Dio, e per purificarti
dalle tue imperfezioni, per liberarti delle tue miserie e trovare conforto
nelle tribolazioni e nelle debolezze".(S.Francesco di Sales)
cosi spesso, dirai loro che é per imparare ad amare Dio, e per purificarti
dalle tue imperfezioni, per liberarti delle tue miserie e trovare conforto
nelle tribolazioni e nelle debolezze".(S.Francesco di Sales)
scintilla
Mi lascerò schiacciare, ma voglio essere paziente e buono fino all’eroismo. Solo allora sarò meritevole di partecipare al sacerdozio di Gesù Cristo.
Giovanni XXIII
scintilla
Signore sei come un mare profondo in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo più cresce la sete di cercarti.(Santa Caterina)
lunedì 13 febbraio 2012
scintilla
La preghiera è la migliore arma che abbiamo; è una chiave che apre il cuore di Dio. Devi parlare a Gesù anche col cuore, oltre che col labbro; anzi, in certi contingenti, devi parlargli soltanto col cuore
Padre Pio
Padre Pio
domenica 12 febbraio 2012
Scintilla
La preghiera è l'effusione del nostro cuore in quello di Dio... Quando essa è fatta bene, commuove il Cuore divino e lo invita sempre più ad esaudirci. Cerchiamo di effondere tutto l'animo nostro quando ci mettiamo a pregare Iddio. Egli rimane avvinto dalle nostre preghiere per poterci venire in aiuto
Padre Pio
Padre Pio
Accordami la Tua Sapienza
Accordami la tua sapienzaVieni ,o Spirito Santo,dentro di me,nel mio cuoree nella mia intelligenza.Accordamila Tua intelligenza,perché io possaconoscere il Padrenel meditarela parola del Vangelo.Accordamiil Tuo amore,perché anche quest’oggi,esortato dalla Tua parola,Ti cerchi nei fattie nelle personeche ho incontrato.Accordamila Tua sapienza,perché io sappia riviveree giudicare,alla luce della Tua parola,quello che oggi ho vissuto.Accordamila perseveranza,perché iocon pazienza penetri il messaggio di Dio nel Vangelo.
(San Tommaso d’Aquino)
(San Tommaso d’Aquino)
Scintilla
"Non ti scoraggiare: Io non ti abbandonerò mai. Il Mio Cuore Immacolato sarà il tuo Rifugio e la Via che ti condurrà a Dio".(La Beata Vergine Maria a Fatima)
sabato 11 febbraio 2012
Scintilla
La preghiera non viene presentata a Dio per fargli conoscere qualcosa che Egli non sa
ma per spingere verso Dio l'animo di chi prega.(San Tommaso d'Aquino)
ma per spingere verso Dio l'animo di chi prega.(San Tommaso d'Aquino)
Scintilla
Amate la Messa, figli miei, amate la Messa.
Fate la comunione con fame, anche se siete freddi e pieni di aridità:
fate la comunione con fede, con speranza, con ardente carità.(San Josemaría Escrivá de Balaguer)
Fate la comunione con fame, anche se siete freddi e pieni di aridità:
fate la comunione con fede, con speranza, con ardente carità.(San Josemaría Escrivá de Balaguer)
Scintilla
Nella confessione l'uomo esprime la sua umiltà, nella misericordia Dio manifesta la sua grandezza.
(Sant'Agostino)
(Sant'Agostino)
mercoledì 8 febbraio 2012
Scintilla
Quante cose andrebbero meglio, se noi nella nostra vita quotidiana, dessimo un posto più vasto alla Vergine!
(San Giovanni Maria Vianney)
(San Giovanni Maria Vianney)
Scintilla
“Me ne vado, adagio adagio, verso l’eternità…
Me ne vado con due valigie: una, contiene i miei peccati,
l’altra, ben più pesante, i meriti infiniti di Gesù Cristo”.
celebre frase di Giuseppina Bakhita prima di morire
Me ne vado con due valigie: una, contiene i miei peccati,
l’altra, ben più pesante, i meriti infiniti di Gesù Cristo”.
celebre frase di Giuseppina Bakhita prima di morire
domenica 5 febbraio 2012
Scintilla
Quando nel vostro cammino spirituale qualcuno vi crea delle difficoltà o vi provoca, pregate e siate sereni e in pace.
sabato 4 febbraio 2012
venerdì 3 febbraio 2012
Scintille
Se la nostra fede fosse autentica, tante montagne di difficoltà si sposterebbero o si scioglierebbero come neve al Sole.
giovedì 2 febbraio 2012
UNA NOVENA DAI DONI INCREDIBILI
LA NOVENA DI SANTE COMUNIONI
Questa Novena consiste dell'offerta di NOVE SANTE COMUNIONI CONSECUTIVE in onore di Gesù Re di Tutte le Nazioni. Gesù ha detto: "Desidero che le anime fedeli che abbracciano questa devozione a Me, quale 'Gesù, Re di Tutte le Nazioni', facciano una Novena di Sante Comunioni. Esse perciò Mi offriranno Nove Sante Comunioni consecutive, e si confesseranno durante questa Novena, possibilmente in onore Mio quale 'Gesù, Re di tutte le Nazioni'.Gesù indicò che per "consecutive" intendeva le Nove Comunioni ininterrotte, una dopo l'altra, che le anime avrebbero ricevuto. Non sono necessari nove giorni del calendario consecutivi, un giorno dopo l'altro, ma semplicemente nove Comunioni ricevute in successione, una dopo l'altra, tenendo bene in conto i nove giorni in cui si è fatta la Comunione in onore di Gesù Re di tutte le Nazioni. Ad esempio il Lunedì, poi il giovedì seguente, la domenica, il martedì dell'altra settimana, di nuovo la domenica, poi il lunedì successivo, il giovedì, il venerdì e la domenica ancora. Oppure in altro ordine, distribuite in altri giorni delle varie settimane.
Gli effetti potenti e senza precedenti di questa Novena vennero mostrati alla "serva" di Gesù in una visione. Ella vide Gesù guardare il Cielo. Egli diede un comando per nove volte ed un angelo discese in terra.
Gesù spiegò: "Figlia mia, a quelle anime che Mi offriranno questa devozione offrirò un angelo da ciascuno dei Nove Cori, uno per ogni Santa Comunione, affinché custodisca queste anime per il resto della loro vita terrena'". |
Gesù desidera che preghiamo la Novena per gli altri, e ne spiega la necessità nel nostro tempo : Si potrà recitare questa Novena con le sue promesse per un 'altra anima, ed anche quell'anima riceverà ulteriore protezione angelica...In questi tempi la forza del nemico è cresciuta enormemente. Vedo quanto grandemente i Miei figli abbiano bisogno della Mia protezione".
Prima che inizi la santa Messa dite la seguente formula: "Oh Gesù Re di tutte le Nazioni, Io ti offro questa santa Messa in onore a Te Perché il Tuo Regno si estenda in ogni parte del Mondo E per ricevere la tua santa protezione angelica in questi tempi diffìcili. Amen.
Parola di Dono Dolindo
Il mio amore ai genitori è cresciuto molto quando ho amato più Dio; l’amore che avevo prima per loro era una sensibilità naturale; quando Gesù mi ha insegnato che onorando i genitori si onora lui, io li ho amati assai di più, e senza sensibilità umana. Anche ora quando bacio mamma mia, lo fo con più affetto, perché sento di baciare Dio stesso.
(Padre Dolindo)
(Padre Dolindo)
mercoledì 1 febbraio 2012
Sii felice
Nel corso di un seminario per le coppie, chiesero a una delle mogli:
"Tuo marito ti rende felice? Ti fa davvero felice?".
In quel momento, il marito sollevò la testa, mostrando totale sicurezza.
Sapeva che la moglie avrebbe detto sì, perché non si era mai lamentata di qualcosa durante il matrimonio.
Tuttavia, la moglie rispose con un sonoro "No!".
"No, mio marito non mi rende felice!".
A questo punto il marito stava cercando la porta di uscita più vicina.
"Mio marito non mi ha reso felice e non mi rende felice! Sono felice!".
E continuò:
"Il fatto che io sia felice o no, non dipende da lui, ma da me.
Io sono la sola dalla quale dipende la mia felicità. Io decido di essere felice.
In ogni situazione, ogni momento della mia vita, perché se la mia felicità dipendesse da qualche cosa,
persona o circostanza sulla faccia della terra, sarei in guai seri.
Tutto ciò che esiste in questa vita è in continua evoluzione:
l'essere umano, la ricchezza, il mio corpo, il tempo, la mia testa, i piaceri, gli amici, la mia salute fisica e mentale.
E così potrei citare un elenco senza fine...
Decido di essere felice! Se la mia casa è vuota o piena: sono felice!
Se usciamo insieme o esco da sola: sono felice!
Se il mio lavoro è ben pagato o no: sono felice!
Sono sposata, ma ero felice quando ero single.
Sono contenta per me stessa.
Le altre cose, persone, momenti o situazioni io le chiamo "esperienze che possono o non possono darmi momenti di gioia e di tristezza".
Quando muore qualcuno che amo, io sono una persona felice in un inevitabile momento di tristezza.
Imparo dalle esperienze passeggere e vivo quelle che sono eterne come l'amare, perdonare, aiutare, capire, accettare, confortare...
Ci sono persone che dicono: oggi non posso essere felice perché sto male, perché non ho soldi, perché fa molto caldo,
perché qualcuno mi ha insultato, perché qualcuno ha smesso di amarmi, perché non riesce a valorizzarmi,
perché mio marito non è quello che mi aspettavo, perché i miei figli non mi rendono felice, perché i miei amici non mi rendono felice, perché il mio lavoro è mediocre e così via.
Io amo la vita ma non perché la mia vita è più facile di quella degli altri.
E' che ho deciso di essere felice e io come persona sono responsabile per la mia felicità. Quando prendo questo obbligo, lascio libero mio marito e chiunque altro dal pesare sulle loro spalle.
La vita di tutti è molto più leggera.
Ed in questo modo ho un matrimonio felice da molti anni".
Non permettere mai a nessuno una così grande responsabilità come quella di determinare la tua felicità!
Essere felici, anche se fa caldo, anche se sei malato, anche se non hai soldi,
anche se qualcuno ti ha fatto male, anche se qualcuno non ti ama o non ti da il giusto valore.
Basta chiedere a Dio di darci la serenità di accettare le cose che non possiamo cambiare, il coraggio di cambiare quelle che possono essere cambiate e la saggezza per riconoscere la differenza tra loro.
Non riflettere solo... cambia e sii felice.
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