giovedì 24 maggio 2012

ONORE A SAN GIUSEPPE

La Venerabile Suor Cecilia Portaro, in compagnia di alcune Suore, da Palermo era andata in pellegrinaggio al Santua­rio cella Madonna di Trapani. Al ritor­no, i marinai lasciarono le Suore sulla spiaggia di Palermo. Era sera inoltrata ed il buio era den­so; bisognava fare un lungo tragitto per giungere al Monastero. Suor Cecilia si raccomandò a San Giu­seppe per essere assistita. Quand'ecco presentarsi davanti alle Suore un vecchio, con un bastone in ma­no, il quale si offrì a far loro da guida tra quella fitta oscurità; anzi soggiunse: Poiché avete bisogno di chi porti il vo­stro fardello, ecco qui un giovanetto, al quale potete affidarlo. - Le Suore si spaventarono all'improv­visa comparsa, ma poi presero coraggio e dissero: Buon vecchio, noi siamo mol­to grate; ma il viaggio è un po' lungo, perché la nostra casa è in contrada San Giuseppe. - E' appunto dove abito io! - rispose il vecchio. Quando giunsero alla porta del Mona­stero, scomparvero il vecchio ed il gio­vanetto. Davanti a tale prodigio, tanto la Ve­nerabile Portaro quanto le Consorelle pensarono che quel vecchio fosse stato proprio San Giuseppe. 

mercoledì 23 maggio 2012

‎"Lo stato spirituale non deriva dal sentire, ma dall’operare. Se operi bene stai bene, anche se senti la sofferenza. La fede ti convince che il tuo ben operare è il vero stato spirituale, anche se accompagnato dalla pena della sofferenza".(23.5.2012) Mons. Pierino Galeone
 

Scintilla

Vi era un giovane il quale cadeva sempre nei medesimi peccati.
Il suo confessore gli diede per penitenza tre Ave Maria da recitarsi tutti i giorni,
finché non fosse ritornato a confessarsi.
Il giovane andò a confessarsi una seconda volta,
poi una terza, una quarta ed una quinta volta
e sempre coi medesimi peccati;
ed il confessore gli dava sempre tre Ave Maria per penitenza.
Finalmente quel giovane disse al confessore:
Ma, padre, è inutile ogni vostra cura! -
Non perderti di coraggio, figlio mio, rispose il confessore:
continua a dire tre Ave Maria tutti i giorni, finché tornerai a confessarti.
Ora si farà la guerra tra la Madonna e il demonio,
e la Madonna vincerà di certo. -
( San Giovanni Bosco)

martedì 22 maggio 2012

pensieri su Maria di don Oreste Benzi

Simeone       parlò a Maria, madre di Gesù: “Anche a te, una spada trapasserà il cuore       perché siano svelati i pensieri di molti cuori”. La missione di luce nel       mondo pagano sarà accompagnata, per Gesù, da ostilità e da persecuzione da       parte del suo popolo. Con suo figlio, Maria, sarà al cento di questa       contraddizione (Gesù porta la salvezza e in cambio riceve persecuzione e       morte) nella quale i cuori dovranno manifestarsi in favore o contro Gesù.       Il dolore di Maria opererà nel cuore degli uomini orientandoli a una       soluzione positiva di conversione. Come Gesù è vittima di espiazione dei       peccati del mondo, così anche Maria partecipa all’espiazione dei peccati       del mondo.

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Il legame di Gesù con Sua       Madre è unico nella profondità perché non avviene sul piano della carne e       del sangue, ma sul piano dell’ascolto della Parola e dell’incarnazione di       Essa.

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Beati quelli che hanno un cuore       pulito perché vedranno Dio, e questo lavoro di pulizia è compito della       Madonna.

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Maria divenne perfetta       nell’obbedienza a Dio, ed entrò nella grandezza dell’obbedienza per le       cose che patì assieme al Figlio Suo e al Figlio di       Dio.

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Maria è invocata incessantemente       come Regina della pace. La pienezza della pace è il risultato della       ricerca appassionata della volontà di Dio.
Il dolore, fisico o morale, distacca l'uomo da se stesso; lo concentra nella sua vita spirituale per fargli trovare i mezzi per vincerlo, rende quindi più viva la vita dello spirito. Egli trasporta il dolore dal corpo nell'anima e si preoccupa,si affligge; dall'anima non può che trasportarlo in Dio, perché tocca con mano la propria insufficienza, e prega e si umilia, e sente il bisogno di essere in pace con Dio perfezionandosi, osservandone la legge. L'uomo non può andare a Dio senza conoscerlo; il dolore lo disgusta dalla terra, gli fa vedere che tutto è vanità, lo concentra nel pensiero di Dio. Questo è il dolore che ripara la miseria umana. Anche quando l'uomo soffre male e si agita soltanto, anche allora il dolore lo eleva senza che egli se ne accorga, perché lo distacca dalla materia.
(Padre Dolindo)

domenica 13 maggio 2012

Il demonio è come un cane rabbioso alla catena; oltre il limite della catena egli non può azzannare alcuno. E tu allora stattene lontano. Se ti avvicini troppo, ti fai prendere       (PPio)
Non vi       sforzate di vincere le vostre tentazioni perché questo sforzo le       fortificherebbe; disprezzatele e non vi ci trattenete sopra; rappresentate       nelle vostre immaginazioni Gesú Cristo crocifisso tra le vostre braccia e       sopra i vostri petti, e dite baciando piú volte il suo costato: Ecco la       mia speranza, ecco la viva sorgente della mia felicità! Io vi terrò       stretto, o mio Gesú, e non vi lascerò finché non mi abbiate posto in luogo       di sicurezza (PPio)
Non ci dice forse lo Spirito Santo che come l'anima si accosta a Dio deve prepararsi alla tentazione? Su, dunque, coraggio, mia buona figliuola; combatti da forte e ne avrai il premio riservato alle anime forti (PPio)
La sofferenza dei mali fisici e morali è la più degna offerta che puoi fare a colui che ci ha salvato soffrendo (PPio)

Le beatitudini della mamma

Beata la mamma che sa sorridere anche quando       tutt'intorno è nuvolo.
Beata la mamma che sa parlare senza urlare.      
Beata la mamma che sa amare senza strafare.
Beata la mamma che sa essere ciò che vuole trasmettere.
Beata la mamma che trova il tempo per mangiare con i figli e con papà.
Beata la mamma che non insegna la vita facile ma la via giusta.
Beata la mamma che non smette mai di essere mamma.
Beata la mamma che sa pregare: dal buon Dio sarà aiutata, dai suoi figli sarà ricordata.

(Fonte non specificata)

venerdì 11 maggio 2012

Prima la Parola

Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti alla Parola.


Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.


Facciamo silenzio la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola.


Facciamo silenzio prima di coricarci,
perché l’ultima Parola appartiene a Dio
Facciamo silenzio solo per amore della Parola.


D. Bonhoeffer

mercoledì 2 maggio 2012

Nall'amore umano, in genere, si ama perchè si è amati:      
e anche quando l'amore è bello, si ama nell'altro qualcosa di sè.
C'è sempre qualcosa di egoistico nell'amore umano,
oppure si attende ad amare, quando l'interesse ci porta ad amare.
L'amore divino soprannaturale, invece, è gratuito, ama per primo.
Se vogliamo quindi, lasciar vivere l'"uomo nuovo" in noi,
se vogliamo lasciare accesa in noi la fiamma dell'amore soprannaturale,
dobbiamo anche noi amare per primi.

Chiara Lubich

martedì 1 maggio 2012

"L'Ave Maria ben detta con attenzione, devozione e modestia, secondo i Santi è il nemico che mette in fuga il diavolo, è il martello che lo schiaccia, la santificazione e fecondità dell'anima, la gioia degli Angeli, la melodia dei predestinati, il cantico del Nuovo Testamento, la gloria della SS. Trinità, il piacere di Maria, un bacio casto e amoroso che le si dà...".

San Luigi Maria De Montfort